Gabriele Volpi: chiacchierato, discusso, preso di mira, tra affari e politica

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[ot-caption title=”Gabriele Volpi con Nenad Bjelica – Foto SpeziaCalcioNews” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2015/04/Bjelica-e-Volpi.jpg”]

Gabriele Volpi, come tutti gli imprenditori che hanno fatto grande fortuna all’estero, chiacchierato e discusso; come tutti gli imprenditori che vogliono investire, preso di mira

Oggi in particolare lo fa un articolo del quotidiano “Il Fatto Quotidiano” che ne descrive presente e futuro a tutto tondo, non lesinando particolari.

Dagli interessi futuri a livello di investimenti in Italia ed all’estero, all’ingresso in CARIGE ed agli appoggi alla politica.

Un articolo più di “denuncia” che non di informazione, ma ovviamente ognuno può trarne le conclusioni che vuole, visto che lo alleghiamo integralmente qua sotto.

Quello che possiamo dire è che, sino a questo momento, il “cemento” che Volpi ha gettato sul nostro territorio, è stato quello che ci ha regalato un centro sportivo all’avanguardia a livello nazionale.

Altro calcestruzzo ci auguriamo che lo faccia scorrere per regalarci uno Stadio migliore.

Poi se da imprenditore volesse anche investire in altre opere, problemi suoi, ovviamente rispettando le regole, come tutti…

L’articolo parla solo della Pro Recco e non cita lo Spezia, ma La Spezia come città.

Questo è l’articolo (da “Il Fatto Quotidiano”, a firma Ferruccio Sansa e Lorenzo Tosa), buona lettura:

Destra o sinistra, non importa. Gabriele Volpi le elezioni le avrebbe vinte comunque. Perché ha finanziato la campagna elettorale di Giovanni
Toti, come hanno ammesso al Fatto i collaboratori del neo governatore: “Sì, Volpi è tra i nostri finanziatori”. Perché uno dei suoi uomini di fiducia è anche avvocato di Raffaella Paita (“Mai ricevuto finanziamenti”, giura lei). C’è un’immagine che racchiude la strategia di Volpi: Toti, Paita, Claudio Burlando, Angelo Barreca (il braccio destro di Volpi), uno accanto all’altro sorridenti, alle partite della Pro Recco, la squadra di pallanuoto del Berlusconi in salsa ligure. Il miliardario invisibile, ovunque ti giri si allunga la sua ombra. A 72 anni, dopo essere diventato uno dei signori del petrolio africano, vuole tornare nella sua Liguria. Di più, se la vuole comprare. Società a lui riferibili hanno acquistato il 5% della banca Carige (e meditano di salire) e sono diventate azioniste di Eataly di Oscar Farinetti; con la benedizione di centrosinistra e centrodestra vuole lanciare un’operazione immobiliare da 250 milioni per ricoprire di cemento il lungomare della Spezia e trasformarlo in una specie di Miami; ha avviato il contestatissimo progetto per ampliare il porto di Santa Margherita dove era in società con un immobiliarista vicino alla Curia, soprattutto di Tarcisio Bertone. Basta? Macché, ci sono un centro sportivo a Recco e un resort a Rapallo, dove potrebbe entrare in società anche Flavio Briatore. Per non dire delle voci che lo danno come vero padrone della Sampdoria di Massimo Ferrero (interpellato dal Fatto, l’interessato ha smentito).

IL NOME di Volpi è dappertutto, ma non importa che il signore del petrolio nigeriano, nativo di Sori (a due passi da Genova) sia finito nel mirino del Senato americano per i suoi rapporti con presidenti nigeriani accusati di corruzione. Quello che importa, in Riviera, è che porti soldi. Che Volpi sbarchi
spesso, magari dal suo megayacht di sessanta metri (il “Gi. Vi” dove è stato ospitato anche Leo Messi) e da un aereo privato di quelli che in Italia si contano sulle dita di una mano. Il tesoro di Volpi sta in Africa. Un patrimonio immenso, messo su in meno di quarant’anni, da questo ex impiegato emigrato prima a Lodi ( dove divenne amico di Gianpiero Fiorani, il “furbetto del quartierino”), poi in Nigeria. “Che c’è di strano? Ha ottenuto la concessione per i maggiori porti della Nigeria. Un impero che offre servizi ai colossi del petrolio e dà lavoro a 20 mila persone”, racconta Barreca.

Ci ha pensato, però, il Comitato Permanente per le Investigazioni del Senato americano che ha dedicato un dossier a un amico nigeriano di Volpi: l’ex vicepresidente Atiku Abubakar, accusato di corruzione e tagliato per questo fuori dalla corsa alle elezioni presidenziali del colosso africano. Si legge: “La moglie di Abubakar ha aiutato il marito a portare in America 40 milioni di dollari di fondi sospetti”. Volpi è definito “amico fidato e socio di Abubakar”. Secondo gli statunitensi, società riferibili a Volpi e ai suoi familiari hanno trasferito in America 37 milioni di dollari su conti della moglie del leader africano e dell’università da lui fondata. Volpi diede la sua versione al Senato: “Ha risposto – annota il dossier – che i milioni alla moglie di Abubakar sono legati agli interessi legittimi nelle società e a una linea di credito con il blind trust” del politico africano. Tutto regolare. Intanto, come ha scritto
L’Espresso, il signore del petrolio si lancia in nuove, colossali, operazioni: vuole realizzare l’aeroporto internazionale di Lekki, vicino a Lagos. Costruire
il più grande porto dell’Africa ai confini con il Benin: operazione da tre miliardi di dollari.

MA I POLITICI italiani e liguri sembrano non farsi domande sulla pioggia di milioni che scende sulla Riviera. Non importa che le operazioni siano
magari condotte attraverso società di diritto lussemburghese o panamense. E ora avanti tutta su La Spezia e Santa Margherita, dove Volpi spesso è rappresentato da Andrea Corradino, avvocato spezzino, già vicino a Luigi Grillo (l’ex senatore Pdl arrestato dai pm milanesi) e oggi difensore di Paita nell’inchiesta per l’alluvione. Tutto si tiene. Gli unici ad alzare il sopracciglio sono stati gli esponenti di Sel, attraverso un’ interrogazione parlamentare a firma Stefano Quaranta. In cui si chiede al Ministero delle Finanze di “interpellare la Consob per garantire la massima trasparenza dell’operazione, in una banca che ha tra i suoi clienti soprattutto famiglie, piccole imprese ed artigiani”. Il centrosinistra e il centrodestra tacciono. E si godono le partite
di pallanuoto della Pro Recco. La squadra più forte del mondo, come il Milan degli anni d’oro di Berlusconi.

Enrico Lazzeri
Enrico Lazzeri
Nato a La Spezia, è il Direttore Responsabile della testata, segue lo Spezia con passione e trasporto dai primi anni '80 prima da tifoso, poi da tecnico televisivo ed infine da giornalista. Per anni Direttore di Astroradio, collabora con Tele Liguria Sud dagli anni 80, attualmente opinionista nella trasmissione Voglia di Spezia al giovedì sera.

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