[ot-caption title=”Gli arcieri dopo il gol di Calaiò – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2015/09/Batteria-di-arcieri.jpg”]
Sognando arcieri in campo, e un nuovo ghigno sorridente dietro ad un impermeabile giallo.
Cosi concludevamo un articolo della scorsa settimana, alla stregua di una “preghierina” al cielo prima di coricarci a letto o di un desiderio da esprimere sotto le stelle, per quello che era un po’ l’auspicio di tutti in vista della delicatissima trasferta dell’Ardenza contro la (ex) capolista Livorno.
Non avremmo chiesto finale migliore di quello, e cosi è stato, anche se il ghigno sorridente che si palesava dietro la sagoma sgomenta del presidente Spinelli non era quello del patron Volpi bensì quello del Vice Presidente spezzino Angiolino Barreca.
Si era spogliato dell’impermeabile giallo, quel genovese di Aldo, poco dopo il gol del vantaggio di Mario Situm allo scadere del primo tempo.
Voleva essere probabilmente un gesto per esorcizzare l’ennesima caporetto interna contro lo Spezia, ma non è servito a nulla.
Togliere l’impermeabile e rimettere una normalissima giacca nera non è servito a portare a casa i tre punti, anzi.
L’arciere in campo aveva la maglia bianca e al momento del gol si è moltiplicato per il numero dei propri compagni, tanti erano gli improvvisati arcieri e le relative frecce di gioia scagliate con frenesia verso il settore ospiti ricolmo di gioia.
Per Calaiò questo è il gol perfetto, quello che rompe il ghiaccio del gol con la nuova maglia e che mette una seria ipoteca per la conquista dei suoi nuovi tifosi.
Non avrebbe potuto scegliere partita e momento migliore per togliersi di dosso quella piccola ma fastidiosa astinenza dal gol delle prime giornate.
Ma chi ha recitato per l’ennesima volta la parte di un imprendibile leone è stato Mario Situm.
Il suo estro pare davvero di un’altra categoria rispetto alla serie B e, probabilmente, solo tra qualche anno saremo tutti coscienti di che razza di giocatore sarà passato dal Picco.
La fascia destra poco si addice alle sue caratteristiche, è sembrato per lunghi tratti quasi un regalo al Livorno relegarlo in quella zona di campo, nonostante il gol arrivato nel primo tempo proprio quando operava da quella parte.
Il gol non basta, però, a colmare la convinzione che, sulla corsia opposta, forse avrebbe creato, da solo o in coppia con Migliore, molto più di ciò che lo Spezia ha costruito in tutta la partita.
Questo Bjelica lo sa, e al momento giusto, ecco il decisivo cambio di corsia.
All’ex gioiello della Dinamo, sono bastati gli ultimi scampoli di gioco per mettere scompiglio lungo la sua corsia preferita, dove riesce a liberare imprevedibilità e velocità palla al piede, serpentine, tiri, triangolazioni e cross pericolosi.
Cosi, quasi in un amen, lo scompiglio di una corsia è diventato lo scompiglio di un’intera partita.
L’ha vinta Mario e il suo incredibile talento cristallino, l’ha vinta una squadra che, anche quando crea poco, sa fare quadrato con maggiore esperienza davanti a Chichizola e intorno ad un Juande che inizia a scaldare i motori di una macchina da regia preziosissima per il possesso palla, e per i tempi della manovra, di tutta la squadra.
Nove punti in una settimana, dunque, insieme alla convinzione che tutto questo fieno messo in cascina dopo la prima dura salita tornerà utilissimo alle prime, più morbide pendenze.
