[ot-caption title=”Il gol di Postigo – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2016/05/Gol-di-Postigo.jpg”]
Parafrasando una nota canzone di Lucio Battisti, lo Spezia corre a fari spenti nella notte come un pazzo, rincorre il suo sogno, e si ritrova a volare.
Nulla di più difficile che pescare un 2 secco ieri sera al “Manuzzi“, in casa di una delle grandi di questo campionato, contro una squadra dal ruolino di marcia interno sensazionale.
C’era un 1-5 da vendicare, c’era un ultimo periodo di appannamento e qualche traversia di formazione da superare, e lo Spezia lo ha fatto brillantemente, con sostanza, rivestendosi di quelle caratteristiche con le quali ha spadroneggiato nel girone di ritorno.
L’abito migliore è stato rimesso nella sera più importante, una sera di gala per la serie B.
Lo ha fatto nonostante Pairetto – in simbiosi col giudice di porta Di Paolo (..) – si travesta per una sera da nemico, concedendoti pochissimo, negandoti un rigore solare come la luce di luglio a mezzogiorno, e punendoti oltre modo non solo con un calcio di rigore dubbio, ma anche in tanti altri piccoli episodi.
E’ un caso che tutto ciò non sia pesato nel contesto di una partita equilibrata e cosi importante, è qualcosa che andrà analizzato e non sottovalutato nella settimana che ci porterà alla sfida col Trapani.
Non deve mai bastare vincere, per soprassedere a certe difformità di giudizio, a digerire e dimenticare palesi ingiustizie subite.
Un rigore impossibile da non dare, non è stato concesso. Impossibile da non dare, certo, ma c’è di mezzo lo Spezia ed un discorso vecchio quanto il cucco; vecchio, ma sempre-verde.
Nonostante questo scempio, Spezia si sveglia di mercoledì e si ritrova in semifinale, la dove mai, in serie B, era riuscito ad approdare.
Ecco quanto pesa tutta l’esperienza di un tecnico navigato e tatticamente saggio come Di Carlo, che imbriglia Drago a centrocampo, concede poco tra le linee ad una squadra molto pericolosa in questo frangente, e spariglia le carte nel reparto avanzato, dove Catellani, la sorpresa Kvrzic e Piccolo hanno il solo compito di non dare punti di riferimento, svariare, tenere compatta tutta una squadra che non doveva andare in svantaggio.
Questioni pratiche e mentali.
E poi sbuca Sergio Postigo, goleador ormai conclamato del “Manuzzi“, uno di quelli che avrebbe avuto meno chance di entrare a gara in corso, subentra a Valentini e pesca il jolly nell’angolino opposto, ma nella stessa porta, in cui segnò a Cesena in quella data funesta che segnò i destini pazzi di questa stagione.
Mister Drago, in conferenza stampa, parla di “sconfitta per due calci d’angolo“, ma lui sa quanto allenamento c’è in quel gol dello spagnolo.
Probabilmente, quella tesi a Coverciano del tecnico aquilotto e mirata proprio ai calci piazzati, è tornata utilissima nel momento del non-ritorno, sopperendo tutto di colpo ad un fondamentale che questa squadra ha sfruttato pochissimo durante l’intera annata.
Il “tradimento” di Como non poteva essere che essere superato in questo modo, e il pensiero di tutti ora va a sabato, a questo Trapani dei miracoli che ci farà visita nell’andata della semifinale Play Off. La prima della nostra storia.
La mente di tutti, oggi, cavalca desideri inauditi e stravaganti idee.
Se siamo realmente tornati “quelli” tosti, compatti, solidi, efficaci e spensierati degli ultimi mesi, se riusciremo a recuperare qualche attaccante importante, allora questa sana dose di entusiasmo potrà portarci veramente là dove osano le aquile.
Nulla da perdere adesso, e tutto da guadagnare, in altitudine.
Seguir con gli occhi un sogno e poi, ritrovarsi a volare…
