[ot-caption title=”Esultanza sotto la Ferrovia – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2016/12/Deiola-Granoche-Baez.jpg”]
Diciamoci la verità, avevamo tutti voglia di giocare un po’ col diavolo.
Blasfemo o meno, di questo gioco avevamo bisogno, di questo pomeriggio di ordinaria follia che potrebbe rivelarsi importantissimo, nel contesto di un piccolo blocco psicologico nel quale questa squadra pareva essersi incagliata.
Mimmo Di Carlo, che del diablo Granoche conosce vizi e virtù essendo alla seconda esperienza professionale assieme, aveva capito che qualcosa di diabolico bolliva in pentola nelle ultime ore; soprattutto, il tecnico aquilotto necessitava di un colpo da biliardo di uno dei suoi elementi più importanti presenti in rosa, tra quelli, pochi, a disposizione.
Pareva un pomeriggio tracciato sul solco dell’ultimo periodo, nato sotto una cattiva stella, puniti oltre i propri demeriti da un cioccolatino avversario, da qualcosa che va oltre ad un discorso di fortuna, sfortuna, pecche tecnico-tattiche. Pareva un altro piccolo grande macigno.
Il gol del pareggio racconta tanto dello Spezia di quest’anno, pare un libro aperto, che scava dentro, che mette a nudo l’essenziale di quel problema che fin qui ci ha tarpato le ali: il problema del gol.
Son servite tre conclusioni ravvicinate per mettere la palla in buca, tra sfortuna, miracoli ed imprecisioni varie.
L’ultimo tocco del Diablo è stato facile facile, di quelli impossibili da sbagliare, ma feroce, che regala momentaneamente quella fiducia che è sale e benzina del calcio.
Non fosse stato per quel gol in mischia, probabilmente non sarebbe arrivato il secondo gol, di testa, nell’angolino più lontano, alla Granoche.
Marchio di fabbrica pluriennale, ma non certo elementare.
C’era bisogno di soffiare sulla nebbia di un ultimo periodo troppo piatto per poter fare pensieri stupendi, ed ora non resta che riuscire a sfruttare nel modo migliore questa piccola spinta morale che, nel breve periodo, può fare tutta la differenza del mondo.
E poi recuperare a pieno regime quanti più attori in causa, affidandoci poi a mente libera su un mercato di gennaio che dovrà migliorarci, che avrà la funzione più o meno impellente di correggere qualche lacuna presente qua e la.
Pisa è dietro l’angolo, Viareggio sarà terra di passaggio e ci ricorderà che al carnevale, come tutto l’anno in fondo, ognuno va vestito della maschera che più gli aggrada; ci sentiremo tanti piccoli diavoli, desiderosi di affossare una terra troppo vicina ai Miracoli.