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“La punizione è giustizia per l’ingiusto“, diceva Sant’Agostino un bel po’ di tempo fa.
In ogni campo, chi sbaglia e danneggia una parte in causa, deve pagare, e se ciò non sempre è automatico, pensando al nostro falloso ed infinito sistema giuridico, almeno nello sport dovrebbe essere qualcosa di più semplice da ottenere.
Probabilmente, però, non sarà cosi neanche stavolta, neanche dopo lo scempio di Frosinone.
Ne Pinzani, ne il guardalinee, pagheranno alcun che se non, al massimo, un richiamo o una settimana di riposo pagato. Magari al sole.
L’incompetenza altrui ha negato, anche in questo campionato, un cammino pulito e più d’alto profilo al club spezzino, alla stregua della gestione Bjelica, solo per rimanere ai tempi più recenti.
Perché anche il tecnico croato, anche quello Spezia, subì pesantemente e senza troppo clamore i danni derivanti da ingiustizie perpetrate a più riprese, tracciate su indirizzi ben precisi, quasi lineari e nel contesto di campionati equilibratissimi, come questo. Come tutti.
Sarebbe già qualcosa vedere qualcuno pagare, sentire delle scuse, avvertire un minimo di compensazione, questa bruttissima parola talvolta necessaria.
Ma ahimè, a noi sconosciuta.
Lo Spezia, ora, non deve mollare il colpo dopo l’intervento telefonico duro e crudo dell’ A.D. Micheli negli studi di Sky.
Questa società ha pagato troppo per incompetenze, sviste e giornate storte altrui. Da qui in avanti il gruppo di Di Carlo merita un occhio di riguardo, senza far pagare alcun che ad altri.
Non chiediamo fenomeni del fischio, chiediamo il massimo della trasparenza ed un minimo di maltolto sulla strada del ritorno in tasca nostra. In ogni modo possibile e plausibile.
Se possibile, ci piacerebbe che fosse proprio il Patron Volpi, dopo la sfuriata di Micheli, a farsi sentire in maniera pesante nelle sedi opportune, se non proprio a mezzo stampa e comunicati.
Sapere almeno che è stato fatto da lui, in prima persona, un passo deciso ed uno sfogo intento a denunciare tutto il malessere di questa società, toccando le corde giuste, sottolineando che non siamo disposti a subire oltre.
Ed anzi, se anche a questo giro nessuno pagherà, qualcosa ci dovrà tornare.
