Una delle ultime immagini che i tifosi del Trapani conservano di Vincenzo Italiano, è quella di un mister che parte dalla panchina e corre col braccio alzato in segno di vittoria, ebbro di adrenalina, fino a sovrastare i cartelloni pubblicitari posti proprio sotto la curva del tifo più caldo.
Quella curva era la sua direzione appena staccati i piedi dalla panchina al fischio finale del Play Off contro il Piacenza, ed è qualcosa che somiglia molto, in termini di convinzione, allo sguardo magnetico e sicuro fatto vedere oggi davanti agli organi di informazione spezzini.
Le idee di gioco sono simili a quelle di Pasquale Marino, la tempra è senza dubbio diversa.
E’ un incontro di anime in subbuglio, quello tra Vincenzo Italiano ed il mondo Spezia Calcio.
Un incontro tra chi trionfa nei Play Off e chi, i Play Off, li trova indigesti da anni, qualcosa che incide inevitabilmente sull’umore generale di una piazza che ha bisogno perenne di una scossa.
Tanto che, addirittura, quella scossa pareva potesse raggiungersi perfino per mezzo di un passaggio di Proprietà.
Tanto fumo e zero arrosto, nel solco delle ultime estati che vorrebbero via Melara non in vendita, ma certamente attenta solo ad offerte degne del valore del club bianco.
Ma oggi è la giornata di Vincenzo Italiano, dicevamo, e della sua presentazione alla città.
Oggi è il giorno in cui cala per davvero il sipario sulla scorsa gestione tecnica, col contorno di un freddo ringraziamento che Guido Angelozzi concede all’ex tecnico aquilotto Pasquale Marino, tecnico che non è stato amato per il “personaggio“, ma per la sua idea di calcio, merce rara da queste parti.
Vincenzo Italiano segue quella stessa idea di calcio propositiva, da anni lo propone con successo in ogni serie frequentata, ed è un carattere sanguigno, genuino, capace di creare empatia dove lavora.
Empatia, già, quella parolina magica in grado di far tirare fuori quel qualcosa in più ad ogni suo giocatore, e perfino ad un intero ambiente.
Due allenatori dal credo tattico comune, come comune è la loro terra, Marino ed Italiano, ma dai caratteri diversi, una questione non solo di età ma anche di personalità, di motivazioni, di differenti modi di vivere gli ambienti e le partite.
Più composto l’ex tecnico aquilotto, incandescente il neo tecnico.
Lo Spezia in serie B è realtà solida che ha bisogno soltanto di sognare un po di più, di regalarsi un brivido che vada oltre ad un buon calcio ed un piazzamento sufficiente.
Ecco perché Angelozzi ha puntato su un profilo ambizioso, affamato, già cercato da altri club importanti in cadetteria.
Uno che intravede orizzonti e non limiti, come ha scritto all’interno dello spogliatoio all’inizio della sua avventura in Lega Pro con il Trapani.
Oggi inizia una nuova avventura, ed è come detto un incontro di anime che non vogliono fermarsi a quel che già hanno raggiunto.
Ha detto “si” in un lampo il tecnico siciliano, e tra le sue missioni porta quella di riportare per davvero il grande pubblico al “Picco”, perché, queste sono le sue parole: “da giocatore sono venuto tante volte al “Picco” e ricordo un ambiente infernale, un pubblico assatanato, con quella curva che fa venire la pelle d’oca. Un mio grande obiettivo sarà ricreare quell’ambiente a suon di vittorie, di prestazioni, di ambizioni..”.
La piazza dà il benvenuto al nuovo tecnico, e la tifoseria ha un dovere preciso: riunirsi, parlare, tornare a spingere da subito senza diffidenze, diffondere la passione per le maglie bianche, ricreare un blocco unico che spinga verso la stessa direzione.
Più dell’esperienza, a volte, possono la fame, le idee sorprendenti, l’empatia.
Questi i principali ingredienti che il nuovo mister userà fin da subito per andare all’attacco di un campionato che, apparentemente, non vede padroni ed invincibili.
