La squadra è tornata a casa, da sabato si allena a Follo per preparare la stagione.
Una stagione che è difficile da decifrare al momento attuale, non solo per lo Spezia ma per tutto il lotto di partecipanti al prossimo campionato.
Questione di mercato ancora aperto, ma anche di quella imprevedibilità che contraddistingue il campionato di Serie B.
Domani sapremo le prime avversarie del campionato, quelle dei prossimi giorni sono già decise, Sampdoria in amichevole il 7, Pro Patria in Coppa Italia domenica prossima.
Intanto prosegue la campagna abbonamenti che fa segnare circa 2300 tessere sottoscritte, in linea con la passata stagione, ma probabilmente troppo poche rispetto a quello che tutti speriamo possa essere il livello della squadra nel prossimo campionato.
Ed è questo il punto, nel periodo in cui dal punto di vista tecnico sembra proprio che si facciano le mosse giuste ed in linea con la nostra realtà, c’è un pericoloso distacco di una parte del pubblico, specie tra i più giovani.
Quindi non può e non deve passare inosservato il messaggio che hanno lanciato proprio alcuni giovani tifosi, pronti ad accogliere la squadra alla prima uscita sul terreno di Follo.
Sciarpe, cori ed uno striscione “Uniti in un’unica battaglia” che hanno vivacizzato l’allenamento, oltre che avere un impatto positivo sul gruppo aquilotto al lavoro.
Un segnale positivo, un esempio da seguire per altri ragazzi che non si fanno coinvolgere dalla fede per la maglia bianca come magari accadeva più di frequente in passato.
La fortuna di avere la squadra ad un livello così alto, può e deve essere da stimolo per una maggiore presenza proprio nel fulcro del nostro tifo, quella Curva Ferrovia troppo spesso spoglia nella passata stagione.
La conclusione delle operazioni di mercato e le prime uscite ufficiali ci daranno conferme sulle velleità del gruppo di Vincenzo Italiano, ma il Picco deve al più presto tornare caldo ed invalicabile, perché le vittorie passano e passeranno sempre anche dall’impianto di Viale Fieschi che, seppur vetusto e da rinnovare, può e deve fare la differenza…
La verità sta nei numeri..Si fa presto a parlare di disammoramento o malcontento… Io sono del 1964 e in famiglia eravamo tre fratelli.Ora ho un figlio che viene allo stadio.Numericamente abbiamo perso due abbonati.Chi è che ha oggi le famiglie allargate?Tutti gli extracomunitari…La politica parrebbe anche facile per far avvicinare queste persone .
ILo spezia dovrebbe avere in rosa …non un finlandese…ma un Lbabese come memunshaj..un romeno e soprattutto un domenicano…allora rivedremmo il pienone al Picco.
Certo se fosse serie A non ci sarebbero problemi .Andare a vedere una volta una partita al meazza o a Torino..costerebbe quanto mezzo abbonamento con la differenza che ti vedi tutta la serie A..e quindi il raggio di utenza si sposterebbe da Viareggio a Borgotaro.a Sestri levante e anche penso molti turisti occasionali
Tu parli di numeri demografici e posso anche darti ragione, ma il calo demografico lo percepisci nel lungo periodo.
Qui stiamo parlando di un calo di media spettatori di quasi duemila unità in due anni, quindi la questione demografica passa per forza in secondo piano ed entrano in gioco altri fattori.
Io cerco di analizzare questo calo ed anche il fatto che la “moda” di andare al Picco che sino a qualche anno fa era una certezza, ad oggi è diventata un’eccezione…
Speriamo che i segnali positivi si riflettano sulle presenze al Picco di questa annata.