Un giorno, durante una pausa dalle lezioni universitarie in quel di Pisa, mi fermai per mangiare un boccone lungo Borgo Stretto, una delle principali vie della città toscana.
Entrato in una piccola pizzeria/rosticceria, vidi alla vetrina quella che per me si è sempre chiamata “farinata”. Stesso aspetto, apparentemente stessi ingredienti, stesso colore.
Affamato ne ordinai qualche etto chiamandola per nome.
La negoziante mi guardò stranita, non capì subito, cosi le dissi “un pezzo di farinata” indicandola questa volta anche col dito sul vetro.
Quasi risentita, allora, lei esclamò : “la cecìna!”.
Diventai tutto d’un colpo io, quello stranito. Sentii di botto tutta la distanza che può nascondersi dentro ad 80 chilometri.
Questo è solo uno dei punti che differenziano perfino il linguaggio di due città vicine eppure molto distanti per storia, abitudini, clima, paesaggio.
Dalla metà degli anni ’70 in poi, si fa sempre più rovente il clima tra le tifoserie delle due squadre calcistiche di appartenenza.
Non si chiama “derby” per caso.
Il nostro golfo ed il nostro mare contro piazza dei Miracoli, due simboli conosciuti a livello mondiale.
L’aquila sulla torre pendente, capeggiata negli anni su centinaia di foto, mentre con gli artigli cerca di spingerla ancora un pò di più, o di spezzarla.
Goliardia, rivalità, scontri anche drammatici dentro e fuori dal campo durante i derby infuocati dei primi anni 2000.
Tutto fa storia, nel bene e nel male di vittorie e sconfitte, cosi come nelle pagine meno rosee della cronaca extra calcistica.
Non sarà mai una partita come le altre, questa, per le due tifoserie.
700 biglietti “polverizzati” in pochissime ore da parte dei supporter bianchi segnano chiaramente la voglia di esserci.
Probabilmente non basterà questo per ottenere una deroga alla restrizione dei posti assegnati alle tifoserie ospiti presso l'”Arena Garibaldi“.
A troppi resterà purtroppo dentro solo la voglia di andare.
Da Spezia partirà comunque un treno carico di voglia di far bene, di tornare coi tre punti, di rivivere un derby appassionato, magari anche “cattivo” il giusto in campo e carico di scherno sugli spalti.
Un derby che possa rimanere impresso nel tempo come quelli antecedenti all’ultimo, insipido scontro terminato sullo 0-0 un paio di stagioni or sono in terra toscana.
Vincenzo Italiano chiederà ai suoi un pò più del 100%, ora che è stato ritrovato il feeling col pubblico, oltre che un nuovo modo di stare in campo, di difendere e di attaccare tutti insieme.
Piccoli incantesimi troppo preziosi per essere spezzati cosi presto, dato che le aquile hanno urgente necessità dei tre punti, o di filotti regolari, per togliersi ancora qualche spunta di sabbie mobili.
Quale miglior gara, quale miglior pretesto per prendere una volta per tutte la giusta rincorsa verso zone di classifica più adatte alla forza di un gruppo che non sa riconoscersi laggiù in fondo.
Sabato, a Pisa, ci sarà un’aquila desiderosa di planare e di lasciare un’impronta su quella piazza piena di verde e di marmo.
Là dove chiamano “cecìna” la nostra farinata.
