Serie A – Volpi, l’ambizione mai sopita e il modello Atalanta

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Da due giorni, siamo su un altro pianeta, se ne sta rendendo conto anche chi non ha ancora ben metabolizzato il fatto, non tanto di essere saliti di categoria, quanto di essere arrivati al massimo possibile.
Un salto doppio, triplo, sia come difficoltà che come mediaticità.
Si moltiplicano infatti i servizi sull’impresa di Italiano e dei suoi ragazzi, si sente parlare di maglie bianche sui canali nazionali e sulle testate giornalistiche più importanti.

Ma soprattutto si rivede e si risente un Gabriele Volpi entusiasta e pronto ad affrontare la serie A non da effimera comparsa.
Un Patron rigenerato e rinvigorito dalla promozione e dall’impatto sui media che avrà la squadra, tanto da avere già affermato che nei prossimi giorni incontrerà lo staff tecnico per gettare le basi per la prossima stagione.

Una stagione che Volpi vuole ricominciare da Angelozzi e Italiano, ma vanno tracciate linee precise ed è logico che entrambi vogliano garanzie per il futuro.
Garanzie che però la società sembra intenzionata a dare, per consentire un mercato che possa appunto garantire al tecnico di giocarsela con le altre per la salvezza.

Tutto ciò mentre continuano a suonare le sirene genovesi per Italiano, ma che il tecnico degli aquilotti pare al momento aver accantonato.
Se ne saprà di più nei prossimi giorni, non tanti per la verità, perché la squadra si ritroverà già da lunedì 31 agosto, per iniziare la cavalcata nella massima serie.

Ma torniamo all’entusiasmo del Patron, a quell’ambizione mai sopita, ma messa a dura prova da gestioni calcistiche scellerate prima o mai del tutto azzeccate, come ai tempi di Miskovic e Bjelica.
Dagli anni successivi il budget si è gradualmente ridotto, troppe le delusioni e le illusioni.
Sino all’arrivo di Guido Angelozzi che, pur sapendo di non poter contare sulle disponibilità di un tempo, ha scelto il suo modo di fare calcio per vincere, forse anche quello più adatto alle sue capacità, lo scopritore di talenti.

Tra lo scetticismo di una gran parte della piazza, Angelozzi ha puntato prima su Marino e poi su Italiano, due allenatori diversi anche come “fame di vittoria“, ma che hanno condiviso il solito sistema di gioco, sempre propositivo, pur con le opportune differenze tattiche.
Sappiamo tutti quanto sia stata dura proseguire con il solito tecnico dopo le prime gare, ma Volpi ha sempre ribadito l’estrema fiducia in Angelozzi e nelle sue scelte, e ha avuto ragione.

Ora cambia tutto, il pensiero di cedere la società che più di una volta è balenato nella testa del Patron, è messo da parte, anche per la difficoltà di trovare acquirenti attendibili.
Lascerò lo Spezia solo in mano a chi può fare almeno come me, se non meglio“, queste sono sempre state le sue parole.
Ma ora l’emozione di misurarsi con le più importanti squadre italiane ha di nuovo fatto uscire l’ambizione e la voglia di stupire, con un modello che parrebbe utopico se il paragone non fosse uscito dalla bocca dello stesso Volpi, intervistato dal collega Binda sulla Gazzetta dello Sport.
“Se dovessi dire una squadra alla quale ispiraci, direi Atalanta”…

Intanto il bandierone con le firme di tutti i protagonisti della vittoria da ieri l’altro fa bella mostra di se sul Boadicea.
Se il buongiorno si vede dal mattino

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