FOCUS – Nelle mani di Italiano

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Un mercato che si chiude senza “botti“, quello del primo Spezia in serie A.
Un mercato senza dubbio condotto “in apnea“, come ha tenuto a sottolineare il direttore Mauro Meluso; tempi strettissimi, trattative spesso bloccate, necessità di sopperire alla naturale mancanza di appeal da parte di una società fino a ieri sconosciuta al grande calcio.

Riesce senza dubbio il piano A, quello della fisicità.
Arrivano in riva al golfo giocatori, seppur giovani, talentuosi e zeppi di centimetri e forza fisica: Zoet, Mattiello, Ismajili, Chabot, Deiola, Agoumè, Pobega, Estevez, il giovane Piccoli, rispondono tutti a quella primaria esigenza cosi fondamentale in un campionato del genere.
Alcuni di loro giocano da subito, altri sono ancora da scoprire, di sicuro questa squadra non si farà trovare impreparata da questo punto di vista, considerando anche le conferme di Erlic, Marchizza, Ferrer e Galabinov, oltre che il ritorno di Nzola.

Quel che resta in deficit, semmai, è la presenza di un nucleo più ampio di giocatori di categoria, con esperienza in questo tipo di calcio, con i suoi ritmi, con malizie e personalità già aderenti al caso.
Si ribatterà che questo potrebbe non essere un grosso problema per il mister, uno che ama lavorare coi giovani, ama plasmarli e formarli nel più breve tempo possibile in funzione della sua idea di calcio.
Il tecnico aquilotto si dice fiducioso e soddisfatto del mercato condotto “in sintonia” col direttore generale, reputa Nzola il sostituto naturale di Galabinov per il ruolo di centravanti, nonostante le buone prove offerte dall’ex Trapani nel rush finale dello scorso campionato sulla corsia esterna di destra.
Due giocatori per niente uguali, i due, anche se la sensazione diffusa è che M’Bala potrà tornare molto utile, con le sue caratteristiche, in situazioni tattiche che costringeranno spesso lo Spezia ad agire di rimessa, negli spazi.

Ancor più diffusa, però, è la sensazione che tutta la piazza, amareggiata in parte dal mancato arrivo di un altro centravanti già “pronto“, si affidi anima e corpo a Vincenzo Italiano.
Si perché quel che ha colpito tutti, fin qui, è la capacità dei suoi ragazzi di riprendere il filo del discorso col calcio mostrato nello scorso campionato, al netto di tutte le difficoltà del caso e seppur non nell’arco di tutti i 90 minuti.
E’ l’idea che conta, la mentalità che ha portato questa squadra a dominare sul piano del gioco il primo tempo di Udine, a giocare 70 minuti praticamente alla pari contro il Milan a San Siro, a non sfigurare per circa un’ora di gioco contro il Sassuolo, al debutto.

Nelle mani del mister è custodito un ulteriore miracolo, quindi, dopo la favola dello scorso campionato.
Ci si appella alle sue stigmate, al suo coraggio, alla voglia di guardare ogni avversario negli occhi, a testa alta.
Alla capacità di tirare fuori il massimo da tutti.
In questo modo, l’esplosione del talento insito in molti ragazzi presenti in rosa potrà sopperire alla mancanza di esperienza oggi da tutti evidenziata.

A gennaio, poi, ci sarà modo di tornare sul mercato e correggere quel che ci sarà da correggere, sperando in un budget adeguato, in un maggior appeal generale e in una classifica che ci terrà in gioco per quel traguardo incredibile che in molti chiamiamo miracolo.
Scomodando religioni e risultati sportivi di recentissima fattura.

Dennis Maggiani
Dennis Maggiani
Nato a La Spezia, laureato in Scienze giuridiche, Istruttore qualificato di Scuola Calcio, ex Osservatore del Settore giovanile dello Spezia Calcio. Dal 2015 redattore di Spezia Calcio News Quotidiano.

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