FOCUS – Perchè ti entra nella testa

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Ci sarà un tempo nel quale celebreremo senza sosta questi momenti, nell’angolo più dolce dei ricordi.
Lo diciamo ora, che siamo ancora a febbraio e mancano una quindicina di punti per arrivare al sogno.
Ma non è questo il punto.

Il punto è che siamo di fronte alla pagina davvero più limpida ed esaltante della storia di questo club, una pagina che si porterà dentro l’unico, enorme neo dell’assenza forzata dai gradoni del “Picco”.
Qualcosa di tremendamente ingiusto.
Lo Spezia che schianta un Milan al gran completo sul piano del ritmo, del gioco e delle occasioni da rete, che si porta via con pieno merito l’intera posta in palio, fa spellare le mani e vibrare ogni possibile pensiero positivo.
L’intera Italia calcistica applaude oggi questo gruppo, un gruppo già applaudito in diverse circostanze durante questa stagione. Una vittoria cosi, però, è evidente che si porti dietro una cassa di risonanza tripla rispetto a ogni altro turno di campionato.

Unanimi consensi, come sempre, se li porta dietro Vincenzo Italiano: una vittoria – manifesto, quella di ieri sera, che va a suggellare un anno e mezzo vissuto a mordere il campo ogni giorno della settimana, in allenamento come in partita.
Un anno e mezzo nel quale ha saputo costruire, inciampare, ripartire, soffiare sul fuoco di una fiducia ritrovata, raggiungere un traguardo mai esplorato da queste parti e, da quel traguardo in poi, inserire un altro serbatoio di idee e di coraggio, di sfrontatezza e determinazione tra i giganti del calcio italiano. Sempre, assolutamente a testa alta nelle vittorie come nelle sconfitte, roba non banale a questi livelli.

Il suo pensiero calcistico è entrato come una fionda nella testa di ogni giocatore, li ha portati a sé, li ha convinti a lavorare di squadra su ogni dettaglio, su ogni centimetro di campo.
Li ha convinti al mille per mille che questo sia l’unico metodo adottabile per sopperire qualunque deficit tecnico.
Un dettame, una missione. Un verbo.
Ha dato loro un pò della sua “fame”, le sue conoscenze, quella voglia matta di stupire e ribaltare tutte le previsioni della vigilia.
Ha lavorato e lavora come un pazzo per tenere alta la tensione, per non mostrare il fianco ai naturali momenti negativi che di tanto in tanto possono mostrarsi dopo le sconfitte o le strisce negative, dopo un gol subìto, dopo un contrasto perso.
In panchina esce soltanto il lato materiale di sé, la voglia matta di teleguidare tutti e di giocare, in qualche modo, al fianco dei suoi ragazzi.
Ma questo è solo un piccolo, importante aspetto del suo lavoro enorme.

Giusto dire che Stefano Pioli ci ha capito poco, che i suoi uomini non hanno saputo mai prendere in mano neanche piccoli scampoli di partita.
E’ giusto dire che sono stati travolti – rischiando il loro primo posto in classifica – da una squadra affamata di gloria, trascinata da tre spezzini puro sangue, sempre più convinta dei propri mezzi.
Ammaliati essi stessi dalla bontà dei propri sogni…

Dennis Maggiani
Dennis Maggiani
Nato a La Spezia, laureato in Scienze giuridiche, Istruttore qualificato di Scuola Calcio, ex Osservatore del Settore giovanile dello Spezia Calcio. Dal 2015 redattore di Spezia Calcio News Quotidiano.

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