Per chi si sforza sempre e comunque a pensare ad un calcio pulito ed equo, questa non è certo una bella giornata.
Il rigore che consente alla Lazio di vincere la gara contro i bianchi, è di quelli che sono difficile da spiegare e da commentare.
Marchizza si libera di Acerbi, viene toccato da Chabot, abbassandosi allarga il braccio sinistro ma senza vedere la palla che arriva e che lo colpisce tra la spalla e il braccio stesso.
Un episodio che sia come involontarietà , sia come dinamica, non invoca il rigore, specie in questa annata, caratterizzata da una severità meno accentuata sulle situazioni di questo tipo.
Eppure il VAR Guida, manda al review Giua che valuta da rigore il tocco e concede il rigore.
VAR che invece non aveva fatto altrettanto qualche minuto prima in occasione di un tocco di mano di Acerbi, in caduta.
Una beffa, per uno Spezia che aveva fatto come spesso accade una grande prestazione nella prima ora di gioco, subendo il gol da un’accelerazione di Lazzari nel secondo tempo, dopo averlo sfiorato nel primo, specie con un colpo di testa di Maggiore.
Ma questa volta il gol subito non sfascia la squadra che ha altri dieci minuti di sbandamento per poi riprendere il filo del gioco, specie con i cambi.
Proprio uno dei cambi di Italiano, Daniele Verde, dopo appena 53 secondi dal suo ingresso in campo, scaraventava una rovesciata spettacolare alle spalle di Reina, su cross dalla fascia del solito Gyasi.
Applausi a scena aperta per uno di quei gol che entrerà nella top classifica dei più belli della stagione.
Poi la beffa del nuovo vantaggio di Caicedo che macchia una prestazione comunque di grande livello.
Al di là dell’amarezza, resta la consolazione della sconfitta anche del Cagliari che mantiene immutate le distanze tra le due squadre, quando alla fine manca una giornata di meno.
Una consolazione per la classifica, ma perdere così fa male davvero…
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