L’Analisi tattica di Atalanta-Spezia (grafica e foto)

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Quattro sfide con le big della classifica in trasferta per lo Spezia di Thiago Motta, in questa parte finale del girone d’andata.
Si è cominciato sabato scorso con la gara del “Gewiss Stadium” con l’Atalanta ed è andata male, anche se più dal punto di vista del risultato che di ciò che la squadra è riuscita a proporre sul campo.

Proviamo ad analizzare il match dal punto di vista tattico e degli episodi principali.
Giampiero Gasperini schiera il classico 3-4-3 che talvolta si trasforma in 3-4-2-1 o 3-4-1-2.
Davanti Zapata domina per forza fisica e qualità da centravanti puro, anche se durante la gara sarà più determinante fuori dall’area.

Motta ripropone lo Spezia già visto tatticamente con il Torino, un 3-5-1-1 che all’occorrenza può diventare un 4-3-3 con Gyasi a fare il quinto di centrocampo a destra con Bastoni dall’altra parte e Verde ad agire sul fronte offensivo a supporto di Nzola.
Per il resto il solito centrocampo con Sala davanti alla difesa, Kovalenko e Maggiore mezzali, dietro Amian con Erlic e Hristov.

L’approccio iniziale dello Spezia non è di attesa ma di pressing offensivo e ricerca del recupero palla per attaccare poi con tanti uomini, da una di queste azioni scaturisce il gol del vantaggio di Nzola su conclusione dal limite di Verde.
Sul tiro dal limite Musso devia sulla traversa, la bravura dell’attaccante spezzino è quella di colpire la palla di contro balzo spedendola sotto le gambe del portiere scorre il minuto undici.

Nzola segna il primo gol – foto Patrizio Moretti

Il pareggio arriva al minuto 18 e nasce da un’azione rapida sulla fascia destra dei padroni di casa, con Zappacosta che si trova ad affrontare Sala e Bastoni, la giocata è rapida così come il rimpallo che lo favorisce, ma Bastoni ha il tempo per tornare sul centrocampista lasciandolo però crossare.
A centro area Erlic marca Zapata che prova il colpo di tacco, senza fortuna, ma alle sue spalle c’è Pasalic, marcato a distanza da Amian che appoggia agevolmente a rete, serviva di sicuro maggiore attenzione.

La gara prosegue equilibrata, con azioni da una parte e dall’altra e questo dà fiducia agli uomini di Motta di potersela giocare alla pari.
Ma alla Dea non puoi concedere spazi, ma soprattutto se lo fai, devi essere bravo a ripiegare nella maniera giusta, cosa che non avviene in occasione della concessione del calcio di rigore.
Zapata riceve palla a centrocampo e punta Hristov, Erlic va al raddoppio, mentre dall’altra parte ripiegano in tre Sala-Amian-Kovalenko che stringono tutti centralmente verso Pasalic mentre alle loro spalle arriva Maehle che è proprio quello che viene servito.

Provedel para il rigore – foto Patrizio Moretti

Sala è il più rapido a chiudere sull’esterno, ma è costretto alla scivolata con le braccia che gli rimangono larghe davanti al corpo, la sfera tocca la caviglia e poi schizza sul braccio.
Abisso concede il rigore al VAR perché, nonostante la palla tocchi un’altra parte del corpo, c’è il dolo dell’aumento del volume del corpo che respinge un tiro diretto verso la porta, c’è anche il giallo per Sala.
VAR che interviene anche sulla battuta di Zapata, con Provedel che para ed Erlic che respinge, ma è proprio lo stesso difensore a entrare in area prima del tiro, da notare che entra in area anche un giocatore dell’Atalanta.
La seconda conclusione di Zapata s’infila più alta, sotto la traversa, sempre alla destra di Provedel che stavolta non ci arriva, siamo al 38′.

Zapata segna il rigore – Foto Patrizio Moretti

A questo punto l’errore lo fanno i ragazzi di Motta che si gettano in avanti a capo fitto sentendosi defraudati e lo fanno sbilanciandosi troppo, basta infatti un rilancio di Toloi dalla propria area per servire Zapata ancora nella metà campo dei padroni di casa ma lanciato e in vantaggio su Hristov.
L’attaccante s’invola, Hristov non commette fallo, Erlic e Sala sono in ritardo e per Pasalic è un gioco da ragazzi mettere alle spalle di Provedel al minuto 41.

Nella ripresa Motta inserisce al minuto 52 Manaj per Verde, non cambiando nulla a livello tattico, mentre la Dea cerca di abbassare i ritmi e Gasperini al 61′ toglie Ilicic e Koopmeiners per Malinovskyi e Pessina.
Spezia che prova ad attaccare ma senza porgere troppo il fianco ai padroni di casa, Nzola avrebbe anche la palla per accorciare le distanze, ma Musso respinge.

Nzola al tiro – Foto Patrizio Moretti

Entrano anche Reca e Colley per Sala e Kovalenko al 64′ e a questo punto, sempre mantenendo il 3-5-2, Maggiore scala davanti alla difesa, mentre Colley si posiziona da mezzala sinistra e Bastoni da mezzala destra, con Reca a occupare il suo posto di quinto a sinistra.
L’Atalanta inserisce Muriel per Zapata al 79′, mentre all’81’ esce Gyasi ed entra Podgoreanu, non cambia nulla a livello tattico.
Potrebbe invece cambiare il risultato per la conclusione di Maggiore dal limite, ma la palla sfiora il palo.

Giulio Maggiore al tiro – Foto Patrizio Moretti

È qui che la Dea punisce altre due volte lo Spezia distratto nel finale in fase difensiva.
Scorre il minuto 83, cross di Pasalic per Muriel che gira di sinistro all’angolino basso lasciato troppo libero, forse ci mette del suo anche Provedel.
Altri due cambi per i nerazzurri, con Piccoli e Scalvini per Pasalic e Zappacosta al minuto 88, giusto un minuto prima che Malinovskyi firmi il 5 a 1 con una conclusione dal limite che rimbalza davanti a Provedel che questa volta potrebbe far meglio davvero.
L’ultimo gol è la doppietta di Nzola che è bravo a stoppare di petto e pescare l’angolino di sinistro su angolo di Bastoni, è il 91′.
Tre minuti di recupero a gara abbondantemente chiusa e il triplice fischio di Abisso.

Rey Manaj – Foto Patrizio Moretti

ANALISI – Contro il Torino il 3-5-2 aveva dato buoni segnali specie dal punto di vista difensivo, con la posizione di sala davanti alla difesa e gli esterni Gyasi e Bastoni, bravi a dare manforte in fase difensiva.
Con l’Atalanta proprio il gol del pari parte da un’azione sull’esterno, ma il problema è arrivato soprattutto in fase di ripartenza dove lo strapotere fisico – atletico di Zapata e qualche errore sulle marcature preventive, ha condizionato la gara con le tre reti subite.
Specie il terzo gol è emblematico, con ancora più di un tempo da giocare, ma la squadra riversata con tutti gli uomini di movimento nella metà campo avversaria.
Le ultime due reti più che frutto di errori preoccupanti sembrano più il frutto della frustrazione del momento a pochi minuti dal termine.
Quanto ai cambi, Motta ha dato spazio a Manaj, uno di quelli che dovrà fare di più in fase offensiva, mentre la scelta del 3-5-2 sta un po’ limitando l’utilizzo di esterni di ruolo come Antiste, Salcedo e anche lo stesso Strelec.
Ultima nota sulla direzione arbitrale di Abisso, è frustrante vedersi assegnare un rigore dal VAR per poi doverne subire la ripetizione, da questo punto di vista ci vorrebbe uniformità, o si controllano tutti i rigori rigorosamente o altrimenti si lascia correre anche sui rigori sbagliati.
Per il resto qualche pasticcio il direttore di gara lo combina, tra gialli non dati o altri dati con troppa leggerezza.
A proposito di gialli, per Gyasi è scattato il quinto e non ci sarà domenica prossima con il Bologna al Picco.

Enrico Lazzeri
Enrico Lazzeri
Nato a La Spezia, è il Direttore Responsabile della testata, segue lo Spezia con passione e trasporto dai primi anni '80 prima da tifoso, poi da tecnico televisivo ed infine da giornalista. Per anni Direttore di Astroradio, collabora con Tele Liguria Sud dagli anni 80, attualmente opinionista nella trasmissione Voglia di Spezia al giovedì sera.

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