Focus – La virtù dell’equilibrio e l’unione d’intenti

|

|

Sono bastate due sconfitte, peraltro entrambe arrivate nei minuti finali, per far riemergere antiche querelle che di certo non possono aiutare nella rincorsa alla salvezza, più che mai aperta.
Basta tornare con la mente alla scorsa stagione, quando più o meno di questi tempi a Bologna se ne prendevano 4 per poi beccarne altri 2 nella successiva trasferta di Genova con il Genoa, senza appello.

Senza che per questo si levassero strali particolari, verso l’intoccabile Vincenzo Italiano, o al limite qualcuno timidamente gli fece notare che qualche gara si poteva anche gestire con maggior prudenza, magari per rosicchiare qualche punto, anche immeritato.
La “colpa” di Thiago Motta invece pare essere quella di far giocare sempre i soliti, che in un mese per inciso hanno vinto ben 4 gare e non certo speculando chiusi nella propria metà campo.

Si perché le altre feroci critiche arrivate sulla gara del Dall’Ara, si riferiscono all’atteggiamento rinunciatario della squadra dopo il vantaggio di Manaj.
Intendiamoci è stato così, ma bastava essere al Dall’Ara per capire che più che la volontà dello Spezia ha prevalso quella del Bologna, di sicuro motivato e più in palla fisicamente e mentalmente rispetto ai bianchi.

Semmai su questo, come su tutto il resto si può discutere, senza però dimenticarsi una questione fondamentale, lo Spezia per caratura tecnica è inferiore sia alla Fiorentina, sia al Bologna, che sono due squadre che fanno della pressione alta e del recupero palla in terra avversaria la loro forza.
Esattamente quello che lo Spezia, con successo, ha provato a fare lunedì sera, guadagnandosi il vantaggio, ma che non è poi riuscito a fare dopo la metà del primo tempo, ma più per meriti degli avversari che per mancanza di coraggio.

Nonostante una gara di sofferenza, come quella con la Viola, i bianchi però sarebbero potuti uscire da Bologna con un pari, esattamente come al Picco sette giorni prima, e se questo fosse successo si sarebbe parlato di squadra che sa soffrire e che tiene in difesa, che poi non è così distante dalla realtà dei fatti.
La salvezza si ottiene anche e soprattutto raccogliendo qualche punto in sofferenza, magari non meritato, tenendo bene a mente chi siamo e le difficoltà che sono state sopportate e superate in questi mesi.
Che poi se la condizione te le permette sia indispensabile anche il coraggio non solo è sacrosanto, ma è stato alla base dei successi tra fine dicembre e gennaio, questo lo sa bene Motta come lo sanno bene anche i giocatori, ora più squadra checché se ne voglia dire, ora più gruppo, senza che si voglia a tutti i costi far passare il messaggio contrario.

Che poi per arrivare alla salvezza servano tutti, dal primo all’ultimo, è altro fatto inconfutabile, ma con tutti a disposizione, in attacco c’è un’abbondanza ingestibile e che ne possano essere penalizzati i ragazzi più giovani è altro fatto inevitabile, a meno di crescite esponenziali che al momento nessuno di loro pare aver intrapreso.
Quando nel girone ascendente si auspicava un maggior coinvolgimento dei più esperti, a partire da Daniele Verde, non si sbagliava, anche se c’è voluto un po’ perché il giocatore capisse per davvero cosa il tecnico voleva da lui, stessa cosa si può dire per Gyasi, elemento imprescindibile, non da oggi.

Lo stesso ruolo di Kiwior che tanto ha contribuito alla stabilità e all’equilibrio della squadra, non può essere ora considerato un problema perché sono mancati un paio di risultati.
Il rientro di Bastoni arriva al momento giusto per ridare gamba e giocate al centrocampo, riportando qualche metro indietro Giulio Maggiore, dal canto suo debilitato dal fastidio fisico dell’ultimo periodo, ma pur sempre elemento chiave, visto anche che, in questo momento, Kovalenko non può di certo avere la testa giusta per giocare con la tranquillità necessaria.

Che poi si debba provare a coinvolgere di più anche Bourabia o Nzola, solo per fare due nomi, è altrettanto vero, ma devono anche essere loro poi sul campo a dimostrare che possono e devono avere più spazio, altrimenti di cosa parliamo?
In sostanza le divisioni e le polemiche hanno ben poco di costruttivo in questo momento, ormai quasi a ridosso degli scontri cruciali per la salvezza con Cagliari e Venezia, a quegli incontri si deve arrivare nelle migliori condizioni psico-fisiche e mentali, ma rafforzando i legami non certo il contrario e questo deve essere il principio di tutti dalla società, all’ambiente, alla stampa.
Lo Spezia pre Napoli trovò la forza di reagire dal suo interno, esattamente come può fare quello di adesso, ci sono tutte le condizioni, al di là dei discorsi…

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui
Captcha verification failed!
Punteggio utente captcha non riuscito. Ci contatti per favore!

Ultimi articoli

News Italpress

Altri Articoli
Correlati

La vigilia – Cresce l’attesa, verso i diecimila già con il biglietto, tifosi oggi a Follo

Alla vigilia di quella che sarà la gara più...

Il Sondaggio – Vota i tre migliori di Cosenza-Spezia

Proseguiamo gli appuntamenti con il nostro sondaggio relativo all'ultima...

Le Interviste – D’Angelo: “C’è rammarico per aver creato tanto, ma pensiamo a vincere venerdì”

Dopo il pareggio per 2-2 al "Marulla" contro il...

Il PAGELLONE di Cosenza-Spezia – Elia da antologia, Pio fa tanto, mancano le stoccate decisive

ZOET 6 - Altro pomeriggio non certo di straordinari,...
P