La classica gara spartiacque tra due squadre, per motivi diversi, con l’acqua alla gola.
Alvini deve sperare che i suoi facciano una partita d’orgoglio e sostanza, il neo tecnico della Ternana Breda di far punti preziosi per la salvezza.
Quello che viene fuori è per gran parte dettato da ciò che fanno, e disfano, i padroni di casa, ai quali il pubblico non è più disposto a regalare crediti ulteriori.
Alvini perde anche capitan Nikolaou nel riscaldamento, al suo posto Bertola, le altre scelte sono quasi obbligate, viste anche le assenze di Bandinelli e Zurkowski, mentre Elia parte in panchina, al suo posto il giovane Candelari.
Davanti Kouda gioca dietro ad Antonucci e Pio Esposito, mentre Breda rispolvera Falletti e lo piazza dietro alle due punte pesanti Raimondo e Favilli.
Lo Spezia ci prova di più in avvio, ma ben presto si fanno vedere anche gli ospiti in ripartenza e proprio la posizione di Falletti crea qualche problema.
Antonucci questa volta agisce più partendo da destra, mentre Kouda prende la parte opposta, il tentativo è di dialogare con gli esterni per allargare le maglie difensive della Ternana, in effetti qualche bel cross in mezzo arriva, ma il solo Pio Esposito non può fare miracoli.
Intanto Dragowski si prende un paio di spaventi ma regge, mentre Iannarilli è attento su Antonucci e Pio Esposito.
Dopo un rischio su un corner e incornata di Favilli, i bianchi subiscono la rete del vantaggio ospite, questa volta a colpire di testa è Casasola che salta più in alto di tutti.
La reazione è immediata, come quasi immediato è il gol di Bertola, sempre su azione d’angolo, tiro respinto di Pio Esposito e ribattuta in rete di Bertola.
Nella ripresa si comincia come si è finito il tempo, con lo Spezia a far la gara e più convinto nel cercare di passare in vantaggio, le chiare occasioni da gol però latitano.
Alvini toglie Candelari e Antonucci e inserisce Elia e Cipot nel tentativo di dare profondità alla manovra.
Ma è la Ternana che sino ad allora era rimasta nella propria metà campo a trovare un altro calcio d’angolo e sfruttarlo al meglio, quasi fotocopia di quello della prima frazione, questa volta di testa colpisce Diakitè e per Dragowski non c’è nulla da fare.
Il clima al ‘Picco’ si fa sempre più infuocato, la Ferrovia invita tutti ad andarsene, la gara diventa difficile da gestire e allora si va più con la forza della disperazione che non con le geometrie della tattica.
Breda ne cambia tre per resistere al ritorno di uno Spezia disperato.
Entra anche Krollis per Reca e per il finale dentro anche Verde e Moro, Fuori Bertola e Kouda.
È un all in da parte del tecnico toscano che prova con tutti gli attaccanti che ha in una sorta di 4-2-3-1.
Gli ospiti resistono, Iannarilli salva su Pio Esposito, ma soprattutto hanno la palla buona per chiudere la gara, in verità l’azione sembra viziata da un fallo di mano, ma l’arbitro lascia correre e Dragowski è bravissimo a chiudere la porta in faccia a Favasuli.
Si entra nel recupero e arriva il gol del pari, tutto nasce dalla prima giocata importante di Verde che si accentra e conclude di sinistro, Iannarilli ci arriva ma respinge corto, arriva Moro che conclude in diagonale e Capuano per salvare su Krollis, infila la propria porta.
Il ‘Picco’ esulta ma un attimo dopo riprende a contestare, lo Spezia ci prova sino alla fine, ma rischia pure su un calcio di punizione e stacco di testa in area con palla a lato di Luperini.
Non c’è più tempo, finisce così, con lo Stadio che rimanda indietro la squadra che vuole andare a salutare la Curva a bordate di fischi.
Gli animi nel dopo gara sono tesissimi, i tifosi si portano ai cancelli per colloqui ripetuti con giocatori e dirigenti, difficile digerire questo avvio di campionato, ma ora è anche il tempo delle decisioni.
La folla vuole la testa del tecnico, ma anche quelle dell’area tecnica, l’AD Gazzoli parlerà in sala stampa di decisioni da prendere con la proprietà a bocce ferme, saranno ore difficili, ma per Alvini sembra arrivato il capolinea.