Una squadra dal DNA più operaio, alla ricerca dell’antico entusiasmo

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[ot-caption title=”La squadra sotto i distinti in occasione del 70esimo dello Scudetto” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2014/07/35-La-squadra-saluta-gli-Ultras.jpg”]

In questi anni, di questi tempi, troppa luce puntata addosso ha finito più per bruciare che illuminare.

Troppi fari accesi, troppi proclami che allargano il cuore, è vero, ma ingigantiscono allo stesso tempo le pretese di ogni tifoso e di ogni sportivo.

Troppa luce ha finito per illudere e per renderci un po’ più “borghesi” e dai palati più fini (è inutile negarlo, per molti di noi è stato cosi), convinti quasi che il risultato pieno ci spettasse di diritto; troppa luce ha finito per creare pressione costante e pesante come un macigno, pressione che solo pochi giocatori, quelli vincenti, sanno sopportare.

La pressione va gestita, va tenuta sotto controllo, va allenata.

Anche in questa piazza, adesso, abbiamo capito che non basta il “nome” per vincere i campionati, occorre carattere, amalgama giusto tra tutti i componenti di una rosa importante, ingredienti che solo pochissime squadre riescono a trovare.

I fari, questa estate, si accenderanno probabilmente giusto per la presentazione ufficiale della squadra davanti al solito e insostituibile calore di questa piazza, ma ciò che brucia sotto la cenere della delusione di buona parte della tifoseria – ed è anche la cosa più importante di questa pazza estate di budget ridotti e di sentimentali campagne abbonamento – è la consapevolezza di ritrovare una squadra magari con meno talento ma con più grinta, con meno fronzoli e più determinazione, meno giro palla e più concretezza.

Musica per l’aria del Picco.

In questi giorni sta prendendo sempre più piede la consapevolezza di ritrovare una squadra forse più operaia e dall’allenatore più “caratteriale” rispetto agli ultimi sedutisi in panchina, consci che quei tipi di allenatori sanguigni e che “fanno pedalare“, al Picco sono sempre stati i più vincenti e i più amati, anche quando non vincenti.

Questione di DNA e di empatia con questo pubblico.

Ardemagni è la ciliegina sulla torta di una squadra che sta nascendo sotto l’occhio attento e innamorato di chi piano piano, giorno dopo giorno, sta superando il disorientamento dovuto all’ennesimo ribaltone societario e sta riprendendo un entusiasmo forse antico.

Siamo gente di mare, dura e passionale, e probabilmente ci troviamo più a nostro agio in una dimensione meno luminosa ma più sostanziale, com’è la nostra natura.

Miskovic ha forse capito più di altri, anche più di gente che abita questa città da quando ci è nata, cosa occorre per far rendere al meglio tutte le componenti in questa piazza, dalla squadra alla tifoseria.

I proclami eclatanti del patron Volpi e di chi lo circonda tardano ad arrivare.

Stai a vedere che ritroviamo la nostra vera identità, senza affannarci dietro al desiderio della vittoria a tutti i costi ma vivendo la vittoria solo come un sogno in più.

Dennis Maggiani
Dennis Maggiani
Nato a La Spezia, laureato in Scienze giuridiche, Istruttore qualificato di Scuola Calcio, ex Osservatore del Settore giovanile dello Spezia Calcio. Dal 2015 redattore di Spezia Calcio News Quotidiano.

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