[ot-caption title=”Il gruppo alla presentazione – Foto Patrizio Moretti” url=”http://speziacalcionews.it/quotidiano/files/uploads/2016/08/il-gruppo-sul-palco.jpg”]
Polemiche infinite, delle quali avremmo fatto volentieri a meno, anche perché domenica si gioca a Latina ed il trambusto del “brutto affare” Iemmello ha rischiato di destabilizzare il gruppo.
Troppo facile, a giochi fatti, puntare il dito sulla gestione del giocatore da parte di Fusco e C., visto come è andata a finire la storia, nessuno ci avrebbe puntato, nessuno si sarebbe fatto “illudere” dall’impegno del ragazzo negli allenamenti, pur taciturno, pur solitario di natura.
Che il ragazzo fosse “strano” lo si era già capito, probabilmente sino alla doppia stagione di Foggia, il particolare carattere gli aveva tarpato le ali, ma il colpo di coda, forse già programmato nella testa del calciatore, ha posto la parola fine alla sua esperienza spezzina.
A giochi fatti quindi si può parlare di “errata gestione“, o di “fiducia mal riposta“, ma con tutta probabilità , ciò che ha spinto l’area tecnica spezzina a puntare sul ragazzo, sono state le qualità messe in mostra, dal ritiro in poi, tali da poter provare a “rischiare” anche il colpo di testa, con tutta probabilità forzato dal suo procuratore.
Di tempo per trovare un sostituto ce n’era poco, tuttavia la mossa Granoche è da considerarsi molto intelligente, almeno a priori, per le caratteristiche tecniche del giocatore, ma anche per quelle morali e caratteriali, un giocatore che possiamo facilmente considerare “da Spezia“.
La passata stagione lo ha visto meno protagonista delle precedenti, con acciacchi fisici che lo hanno limitato, tuttavia rimane un uomo gol d’area di rigore, uno di quelli che la buttano dentro, non certo “vecchio” a 33 anni.
Arriva con un contratto biennale, per far coppia con Nenè, non certo bruscolini per la categoria.
Ma l’ultima giornata di mercato per fortuna non è stata caratterizzata solo del caso Iemmello, ma sono state portate a termine altre due operazioni di tutto rispetto: un centrocampista completo come Signorelli, reduce da un’annata non facile a Terni, per “colpa” di un acciacco fisico nella prima parte della stagione e di un ragazzo di ottima prospettiva come Deiola del Cagliari, classe ’95 ma capace di mettersi già in mostra nei Sardi.
Le formule delle cessioni di Acampora, al Perugia, e di Bastoni, alla Carrarese, mettono la società bianca nelle condizioni di non “rischiare” sorprese, dimostrando quanto si creda in questi ragazzi in chiave futura.
Il resta è storia precedente, a partire dai primi innesti sulle ali d’attacco, di Mastinu e Piu, due profili differenti: il primo all’occasione della vita dopo tanta serie D, ma con qualità evidenti, già messe in mostra nel pre campionato; il secondo già visto nella massima serie e sul quale l’Empoli punta senza dubbio alcuno, se vogliamo già meno “scommessa” di Mastinu.
Il capitolo portieri può sempre contare in Leandro Chichizola, che se è pur vero che va in scadenza, non costituisce certo un problema alla Iemmello, tanto per intenderci e potrà anzi nel frattempo ripensare alla proposta di prolungamento presentata dallo Spezia. Il ritorno di Alex Valentini inoltre consente una maggiore tranquillità , rispetto alla precaria situazione vissuta l’anno passato con Sluga.
Dando un’occhiata al resto del reparto difensivo, l’innesto di Iacopo Galli per Martic non sposta di molto gli equilibri, con l’ex Crotone più portato alla spinta sulla fascia rispetto al croato, da verificare in chiave difensiva. In quel ruolo il titolare rimane De Col, come dall’altra parte la “sicurezza” Migliore avrà come alter ego ancora Tamas, convinto a rimanere alla corte di Di Carlo.
Capitolo centrali: se ne va Postigo, arriva, o meglio torna, Niko Datkovic che magari allo spagnolo concede un po’ di eleganza, ma non lo fa di certo rimpiangere per doti aeree e presenza fisica sugli avversari, fermo restando che la coppia più affidabile si conferma quella formata da Terzi e Valentini, con Ceccaroni pronto a sfruttare le occasioni che gli capiteranno.
Nel mezzo la “conferma” dei titolari è un gran bel segnale di continuità , anche se sono cambiate le riserve, se così vogliamo chiamarle, impreziosite dalla permanenza del duo Maggiore – Vignali, due spezzini d’avvenire, ai quali l’ultimo tuffo ha, come detto, regalato Signorelli e Deiola.
In avanti, per completare il lotto degli esterni offensivi, ecco il profilo di Jaime Baez, un potenziale crack che Mimmo Di Carlo è pronto a far diventare “arma in più“, con qualità  tecniche davvero notevoli, dirimpettaio di Antonio Piccolo, per un attacco fantasia e inventiva.
Di Piu e Mastinu abbiamo già parlato, saranno loro a giocarsi il posto alle spalle dei due sopra citati.
A loro quattro il compito di innescare al meglio Granoche e Nenè, con la possibilità di un Jolly in più, quel David Okereke che non ha potuto dare il suo contributo nella parte finale del campionato scorso, ma possiede le armi per stupire.
Difficile fare un paragone tra questo organico e quello che ha finito lo scorso campionato, quello che però balza subito all’occhio è il fatto che l’undici titolare è praticamente rimasto intatto, considerando anche l’apporto limitato che partenti di “nome” come Calaiò e Catellani, hanno fornito nel girone discendente.
Si possono fare considerazioni di tutti i tipi sul fatto che siano aumentati i prestiti, ma se poi andiamo ad approfondire, ecco accorgersi che Canadjija, Misic e Kvrzic, nonché Situm, altro non erano che prestiti, tornati a casa, nonostante l’interesse manifestato su alcuni di loro da Mister Di Carlo, non accolto dal “permaloso” Miskovic, che alla fine si convincerà a “mollare” Datkovic.
Spending Review o strategie ben precise? Alla fine quel che conterà sarà far girare al meglio un meccanismo difficile, ma che Di Carlo ha già dimostrato di saper plasmare al meglio, partendo proprio da quei valori morali che sono stati alla base di molte delle scelte di mercato.
A prima vista, nonostante la beffa Iemmello, la rosa attuale sembra più ricca di talento e di soluzioni, specie offensive, troppo limitate in molte gare nella passata stagione, con giovani interessanti e la fame giusta.
Se basterà a far meglio, non è certo facile da prevedere, ma ci sono ingredienti stuzzicanti e certezze importanti che potranno far divertire i 6.000 che entreranno al Picco con l’abbonamento in mano.