La rinascita di Beppe Mastinu: “Ho da dare ancora tanto per questa città”

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Torna a Pisa, con la sua maglia numero 15, sfiora il gol della sicurezza, ma è già molto bello vederlo lottare in mezzo al campo, senza paura.
Con il Frosinone parte dall’inizio, impegna Bardi dalla distanza e gioca 70 minuti di livello, facendo capire che il ruolo di mezzala non è affatto azzardato per lui.
Per Beppe Mastinu, dopo tanti, troppi, giorni fuori, c’è solo da sperare che la sfortuna si dimentichi di lui e gli consenta di tornare più forte di prima.

Il ragazzo sardo, classe ’91, ha parlato oggi in conferenza stampa, raccontando un po’ della sua storia recente, anche se vuole parlare del futuro, più che del passato.
In apertura parla proprio dei giorni passati a recuperare gli infortuni:Questo lungo periodo l’ho vissuto con alti e bassi, tanta attesa e trepidazione, due infortuni che si sono accavallati, sono stanco di parlarne, adesso finalmente è arrivata la prima partita vera ed andata anche abbastanza bene anche se non sono al cento per cento, serve solo giocare per prendere la forma, ma come primo approccio sono soddisfatto“.

I suoi famigliari, la fidanzata Agnese, erano presenti al Picco domenica sera per vedere da vicino il suo ritorno, per appoggiarlo con lo sguardo.
Mi aspettavo uno Spezia così con il Frosinonecontinua Beppeperché dalla gara di Pescara siamo un altra squadra, una squadra che sta limitando i momenti di pausa, domenica solo un paio, all’inizio dei due tempi, rispetto ai 7 minuti di Pisa è andata meglio. Abbiamo fatto una prestazione da squadra vera contro una squadra forte. Ancora più bello il fatto che anche altri ragazzi che, come me, sono stati fuori per tanto tempo, abbiano fatto il loro esordio proprio in questa partita, parlo di Erlic e Acampora. E’ un po’ la rivincita degli invalidi come mi piace chiamarla“.

Sorride Beppe, ha voglia di scherzare, ma soprattutto di giocare, di sentirsi in pieno nel progetto:
Ovviamente ci vorrà un po’ di tempo sia per me che per gli altri che sono rientrati, per arrivare al meglio della condizione e anche per affinare l’intesa con il resto dei compagni, ma possiamo dire che da oggi lo Spezia ha tre nuovi acquisti in anticipo sul mercato di gennaio“.

Italiano lo sta modellando da mezzala, ma come ci si trova il fantasista sardo?
A me piace stare nel vivo del gioco, diciamo che se faccio il trequartista posso muovermi per tutto il fronte offensivo, mentre se faccio la mezzala rimango più sulla sinistra, ma comunque mi trovo bene, poi dopo tutto questo tempo voglio giocare. Un ruolo che si può interpretare in vari modi, Mora o Acampora lo interpretano in maniera diversa, forse io lo interpreto in maniera più offensiva, ma con il Frosinone ho cercato di mantenermi equilibrato, anche perché non avevo i novanta minuti nelle gambe“.

Tre allenatori importati per te da Di Carlo a Italiano, analogie e differenze?
Di Carlo ha puntato subito su di me, tutti e tre fanno lo stesso modulo, purtroppo con Marino non so dire, visto che non ho praticamente giocato. Italiano ha tanta fame e ci trasmette la voglia di non accontentarsi mai della giocata semplice, è molto estroso, ha delle idee innovative ed è una cosa positiva in un gruppo giovane come il nostro“.

E’ stato messo in discussione anche Italiano, ma la squadra è rimasta sempre con lui?
La nostra è una squadra per certi versi nuova, con un allenatore nuovo, diverso dal precedente, c’è voluto un po’ di tempo per assimilare questo tipo di modulo. Nella prima parte della stagione giocavamo molto alti e non riuscivamo a mettere in pratica il gioco del mister, ma dal Benevento in poi ci siamo assestati, capendo che forse non era il momento per attuare questa tattica così spregiudicata e sono cambiate le cose in meglio perché ci siano compattati e siamo cresciuti, tutti assieme“.

I tifosi hanno manifestato dissenso nei confronti della dirigenza domenica, cosa ne pensi?
Io credo che nei confronti della squadra ci sia sempre stata vicinanza, anche dopo le sconfitte, sul resto non so dire. Domenica ci sono stati vicini e ci sono stati solo applausi, come hanno sempre fatto in questo momento delicato. Comunque l’appoggio del pubblico te lo devi sempre guadagnare, gara per gara“.

Ora c’è la trasferta di Cosenza, serve continuare nei risultati positivi:
Loro vengono da una sconfitta, ma noi vogliamo continuare a far risultato, anche se rispettiamo gli avversari che conosciamo ed hanno giocatori che negli scorsi anni sono stati qui, ma non ci sono partite facili“.

Ormai sono 4 anni che vivi a Spezia, come vedi il tuo futuro?
Mi sento a casa, perché nei professionisti ho giocato solo qui, sono stato accolto molto bene, considerato tanto e sostenuto ed ora rispettato da questa piazza, da questa città che ormai sento anche un po’ mia. Mi ha fatto enorme piacere l’applauso dello Stadio quando sono uscito domenica, spero, fisico permettendo, di dare ancora tanto per questa squadra e per questa città. Di solito faccio bene dove mi trovo bene, qua ci sono queste condizioni e voglio recuperare il tempo perduto dando ancora tanto per questa maglia“.

Importante per voi la compattezza di tutte le componenti nell’ultimo periodo, compresi pubblico e stampa?
Noi sentiamo sempre vicinanza, anche nel momento più brutto l’abbiamo sentita. Dopo Trapani però ci siamo isolati per qualche giorno ed abbiamo fatto quadrato, cercando di guardare la stampa nel limite del possibile, ma in quel periodo dovevamo solo fare gruppo e capire cosa potevamo cambiare per migliorare, e possiamo dire che è servito tanto, perché ora siamo squadra vera“.

La discussione si sposta sul campionato sulle possibilità dello Spezia per il futuro, ma quali squadre sono superiori a noi?
La classifica ora dice tante, magari ce ne sono di più esperte, ma è difficile dire di più. Squadre ce ne sono tante di qualità come Benevento, lo stesso Empoli, ma noi siamo una squadra che gioca bene e può far bene, ma è meglio non parlare di classifica. Perché comunque è molto corta e prossimamente incontreremo tutte squadre non troppo distanti da noi. Il nostro obiettivo è di girare con un buon punteggio per poter ripartire nel girone di ritorno con rinnovate ambizioni“.

Come hai preso l’affiliazione dell’Arzachena allo Spezia?
In tanti hanno pensato che fossi stato io a parlare con la dirigenza per salvare la mia ex squadra. In effetti conosco tutti, sono arrivato li a giocare molto giovane e partito a 22 anni, ma mi hanno chiamato per informarmi dell’acquisto a cose fatte, una cosa che comunque mi fa molto piacere. Ora che la società è nell’orbita dello Spezia, molti ragazzi sardi che meritano di avere una chance nel mondo del calcio, forse potranno averla. Personalmente tornerò a stare in Sardegna quando smetterò di giocare, ma ripeto ci sono tanti giocatori che possono far carriera sull’isola. Il Cagliari ora con la partnership con l’Olbia, sta cambiando un po’ strategia e guardando di più ai giovani, speriamo perché io simpatizzo per tutte le squadre sarde, anche se di fede sono interista, ma soprattutto tifo per i ragazzi sardi che giocano in giro per l’Italia“.

Enrico Lazzeri
Enrico Lazzeri
Nato a La Spezia, è il Direttore Responsabile della testata, segue lo Spezia con passione e trasporto dai primi anni '80 prima da tifoso, poi da tecnico televisivo ed infine da giornalista. Per anni Direttore di Astroradio, collabora con Tele Liguria Sud dagli anni 80, attualmente opinionista nella trasmissione Voglia di Spezia al giovedì sera.

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