Lo Spezia a Verona si è buttato via proprio nella partita più importante della stagione.
La nota positiva è che niente ancora è definitivamente perduto, essendoci altri 90 minuti da giocare.
Buttarsi via e potersi ancora raccogliere, quindi, sebbene “Houston, abbiamo un problema..”.
Difficile commentare l’approccio iniziale, difficile commentare un gol da calcio d’angolo dopo appena un minuto di gioco, un gol che preso cosi, in una partita cosi, gela il sangue a chi lo subisce e surriscalda l’animo di chi lo fa.
Molto è cambiato proprio li, ed il secondo gol preso dopo pochi minuti non è che la conseguenza di quella sciagurata palla da fermo, con il Chievo al quale non sembrava vero di poter già interpretare una partita di contenimento e ripartenze, la loro arma forte.
Il vantaggio tattico degli uomini di Italiano subito sprecato.
A volte 80 minuti e più da giocare possono non essere sufficienti quando certe partite si impattano cosi, in un modo che poi tutto sembra Everest.
Ti sorprende la tensione, la paura, l’ansia, tutti elementi nemici della buona sorte che pure poteva dare alle aquile quel gol che avrebbe cambiato molto, in vista del ritorno.
Lo Spezia post lockdown ha un problema più o meno serio con il gol; le defezioni ed i cerotti del reparto offensivo non fanno che acuire questo problema, problema dovuto anche alla mancanza di un centravanti davvero incisivo, eccezion fatta per l’ultimo Galabinov, poi caduto anch’egli vittima dell’ennesimo infortunio.
Potrebbe essere proprio il bulgaro, martedì sera, la chiave di ogni speranza aquilotta, l’elemento in grado davvero di scardinare un reparto difensivo solido come quello giallo blu.
Riproporre Gyasi a sinistra potrebbe essere un ulteriore necessità dopo la sua prova opaca sulla fascia destra, dove pure tante volte in passato fece bene. A patto che Ragusa garantisca almeno un’oretta a livelli anche solo sufficienti.
Perchè a giocatori come lui, ora, Italiano deve assolutamente aggrapparsi, a quei gol, a quell’esperienza.
Ora è il momento di buttare il cuore oltre l’ostacolo, di passare sopra anche a qualche cicatrice, rischiando il dovuto. Tutti.
L’amarezza della piazza è palpabile.
Molto ci si aspettava da questa partita, anche se è bene non dimenticare le qualità di un avversario tra i più solidi di questo campionato, ricco di elementi di talento e forza fisica.
Una squadra che ha chiuso la regolar season ad una manciata di punti da quella aquilotta, con un allenatore esperto, uno staff tecnico di primissimo livello.
Nulla è dovuto. I Play Off sono un campionato a parte, dove i valori spesso si annullano, o si mischiano ad altri fattori.
Certo, l’occasione era ghiotta, quella di poter gestire una partita in maniera accorta, un banco saltato in maniera incredibile dopo appena un minuto di gioco.
Lo sconforto è tutto li.
Crederci, adesso, è però obbligatorio per tutti. Per i più ottimisti, per i disfattisti, per i delusi, per i disillusi da Play Off.
Pensate che basterebbe un gol nei primi 70 minuti per tornare vicini tanto cosi alla Finale per la A.
Occorre non subire gol, certo, occorre la partita perfetta, occorre quella dose di buona sorte che anche ieri, nel momento clou, è sfuggita inesorabilmente di mano.
Roba alla quale siamo abituati.
Per i processi non ci sarà tempo, perchè questa squadra comunque vada non avrà alcun processo.
Non perdiamo di vista la realtà.
E che la società, comunque vada, sia pronta e tempestiva nel confermare il più possibile questo blocco e questa idea di calcio che, nel prossimo futuro, potrebbe perfino consentirci di non dover passare più per la lotteria dei Play Off.
