Gli stracci, se son volati, l’hanno fatto solo all’interno di quattro mura.
La fine improvvisa – vissuta in maniera traumatica dal popolo bianco – del rapporto tra Guido Angelozzi e lo Spezia Calcio rimanda a quanto davvero tutto sia effimero nel calcio: rapporti, promesse di un futuro, percorsi paralleli duraturi.
Se ne va chiuso nel suo silenzio, l’ex Direttore Generale di via Melara, lasciando alla società bianca non solo il patrimonio inestimabile della serie A, ma anche una patrimonializzazione del parco giocatori mai cosi ampia ed ingente. Potenzialmente ancor più corposa.
La città di Spezia sarà sempre casa sua e di questa società figurerà per sempre ai capitoli più emozionanti.
E’ adesso, a serie A ottenuta, che si gioca la partita più importante di patron Volpi.
Fu lui a chiedere due stagioni or sono di riportare il dirigente siciliano a capo dell’area tecnica, è sempre lui, adesso, a dare il bene stare per il suo allontanamento, che presuppone una riorganizzazione della società a lungo respiro.
Un potenziamento della stessa in ogni suo ramo.
La nomina di Mauro Meluso a nuovo Direttore Generale dell’Area Tecnica è un primo passo verso questa direzione; quanto questa si rivelerà più proficua e profonda, rispetto alla scelta precedente, lo scopriremo nei prossimi mesi, nei prossimi anni.
Un contratto triennale è quanto di più appetito da dirigenti che guardano ad una programmazione seria e calibrata, che mirano a obiettivi chiari.
Ha fatto parlare di se in positivo, Meluso, negli ultimi tempi: forgiato nelle scrivanie di piazze importanti che militavano tra Lega Pro e serie B, compie il suo capolavoro a Lecce, ottenendo due promozioni consecutive che portano la società giallo rossa nel paradiso del calcio, dove mancava da qualche tempo. Sfiorando, infine, la salvezza nella massima serie, giocata fino in fondo, fino agli ultimi 90 minuti.
Ora, Meluso, va sostenuto e spinto ad alzare anche la sua personale asticella. L’eredità raccolta è di quelle pesanti, vi è consapevolezza di ciò.
E’ ora, dicevamo, che Gabriele Volpi gioca la sua partita più bella, intrigante e importante, che svela davvero le sue carte. La partita anche più difficile, certo.
Aveva sempre dichiarato la serie A come obiettivo da raggiungere, e una volta arrivati nel gotha del calcio uno come lui non può aver paura di competere, di compiere altri miracoli, di dare davvero un senso profondo e immortale della sua avventura calcistica.
I modelli Atalanta – come dichiarato apertamente dal patron – oppure, come preferiamo citare noi, una via di mezzo tra i modelli Sassuolo ed Empoli, tra investimenti decisi su prospetti anche importanti e la parallela cura del settore giovanile, sono li da studiare e perseguire.
Sfruttare ancora e sempre di più il “C.S. Intels B. Ferdeghini” non potrà che agevolare le ambizioni di grandezza, dare smalto a qualunque idea di consolidamento, come da previsione esemplare di qualche anno fa, quando questo Ferdeghini fu progettato e realizzato dando fondo agli investimenti senza remore. Con la forza di un’idea e di un’ambizione.
Dunque budget commisurati alla propria realtà, certo, ma auspicando un’elasticità di fondo dello stesso.
Senza perdere di vista, è evidente, quella capacità di vendere e creare plusvalenze che porta alla solidità di ogni realtà di provincia del massimo panorama calcistico nazionale.
Gabriele Volpi, adesso, può e deve fare la voce grossa, può non disperdere questo enorme patrimonio raggiunto.
Può e deve non guardare alle virgole. Agire ogni tanto anche d’impulso, sul mercato, come qualche anno fa, quando spese anche ingenti vennero però sperperate da dirigenze e staff tecnici non sempre all’altezza.
Da qui si spiega anche il “piccolo” – e assolutamente perdonato – ritardato arrivo nella massima serie.
Pagine di storia che devono continuare a insegnare qualcosa.
