Eri in porta nella prima storica vittoria in serie A dello Spezia a Udine e oggi eri di nuovo lì e hai fatto un miracolo su quel tiro di Cristante: questa è stata la tua ultima partita?
“Non lo so, ma penso che oggi ho ricevuto un grande regalo da parte del mister e di tutto lo staff perché poter giocare a questo livello a 39 anni è davvero un orgoglio immenso. È stata una partita difficile in cui eravamo avanti per 2-0 e purtroppo non siamo riusciti a portare a casa i tre punti, ma la salvezza l’avevamo raggiunta la scorsa settimana e oggi è stata comunque una chiusura in bellezza”.
La tua carriera è lunghissima a partire dal Santos, poi hai giocato in Italia e nel frattempo hai fatto dei corsi da dirigente e ti sei dato da fare anche fuori dal campo.
“Con il lockdown dell’anno scorso, insieme ad altri ragazzi della mia stessa età, abbiamo avuto la possibilità di fare i corsi per il patentino Uefa B e penso che sia importante, al di là di quello che farò quando smetterò di giocare, continuare a studiare ed essere sempre aggiornato nel mondo del calcio”.
Oggi in campo hai dimostrato di poter ancora dire la tua come portiere: se troverai la giusta occasione, magari potrai continuare a giocare?
“Mi piacerebbe molto: questo è stato un anno molto difficile e sappiamo tutti quanto è importante la salvezza per una squadra neo promossa. Tutti abbiamo speso tante energie, anche quelli che hanno giocato di meno: adesso ci sarà un periodo di riposo, poi ci confronteremo con la società per vedere se ci sono i presupposti per continuare, altrimenti mi guarderò intorno”.
È stata una salvezza meritata, anche se in tanti a inizio campionato non la credevano possibile: qual è stato secondo te il segreto di questa squadra?
“Il mister è stato bravo a creare il suo metodo di lavoro e noi ragazzi siamo stati bravi a seguire tutte le sue idee: in tanti ci tenevano molto a fare bene e il nostro segreto è stata la compattezza del gruppo, tutto unito nel perseguire un solo obiettivo”.